Lectio Divina

Giovedì 15 marzo 2018

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” Il Discepolo Amato e la notte di Giuda Legame/Cura”

a cura di Don Pier Luigi Ruggiero

Clicca sul player sottostante per ascoltare l’introduzione di don Mimmo.

Preghiera

O spirito Santo, vieni nel mio cuore:

per la tua potenza attirato a Te, o Dio,

e concedimi la carità con il tuo timore.

Liberami, o Cristo, da ogni mal pensiero:

riscaldami e infiammami del tuo dolcissimo amore,

così ogni pena mi sembrerà leggera.

Santo mio Padre, e dolce mio Signore,

ora aiutami in ogni mia azione.

Cristo amore, Cristo amore, Amen. 

( Santa Caterina da Siena)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13, 21 -30)

21 Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». 22 I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. 23 Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24 Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?». 25 Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». 26 Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. 27 E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto». 28 Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; 29 alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. 30 Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.

Puoi ascoltare il Vangelo cliccando sul player sottostante

Lectio Divina 

Per la riflessione

Gesù afferma: ” Uno di voi mi tradirà”; i discepoli si guardano l’un l’altro domandandosi a chi fosse riferita la frase.
Non è sufficiente attribuire la colpa  a Giuda, noi che sappiamo l’esito della vicenda.
L’incertezza che alberga in ogni discepolo fa pensare al lato oscuro che dimora nel cuore di ogni discepolo e di ogni uomo
e che lotta fra il bene e il male. Se Giuda tradisce, Pietro rinnega e gli altri fuggono. Non possiamo auto assolverci, siamo
tutti bisognosi di  grazia per non peccare.

Non è la supremazia conferita da Gesù all’interno del gruppo dei Dodici che consente a Pietro di sedere alla cena con la testa
rivolta verso il Signore, perché questo privilegio viene concesso al discepolo amato, sebbene  più giovane di Pietro.
Un celebre testo spirituale si intitola: ” Quando il Maestro parla al cuore”, ma occorre fare attenzione, perché non sono
le nostre sensazioni o l’emotività data da certi riti sacri a guidarci a Gesù; bisogna invece dimorare nel cuore di Dio, attingere
dalla sua sapienza, la Parola, per conoscere la vita di Dio e il suo progetto per noi.

A Pietro un cenno verso il discepolo amato da Gesù per chiedere informazioni sull’identità del traditore. I due discepoli
si intendono senza parole. Similmente accadrà davanti al sepolcro vuoto, perché arriverà prima il discepolo amato, che
però farà entrare per primo Pietro. L’obbedienza in seno alla Chiesa e ai suoi Pastori è la via sicura per conservare salda
la fede e per progredire. la mistica si unisce con la dottrina, nell’ossequio al Vangelo.

Gesù ama fino alla fine Giuda, ma l’apertura amorevole nei suoi confronti è rifiutata. Il peccato ottenebra e annulla
ogni promessa  d’amore, ma il sacrificio di Gesù sconfigge la notte. Come gli altri discepoli, anche noi possiamo essere
ignari della notte che alberga in noi o attorno a noi, circondandoci di persone e di stili di vita poco misericordiosi e
disponibili all’amore  e all’amicizia.

Anche il discepolo amato resta perplesso sul significato delle parole di Gesù, ma proprio il fatto di essere amato non
gli impedisce di restare fedele al signore. Saper accettare l’amore di Dio per noi è la principale garanzia per poter condurre
una vita fedele.

Preghiera conclusiva

Dal Salmo 139

1 Signore, tu mi scruti e mi conosci,
2 tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
3 osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
11 Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano
e la luce intorno a me sia notte»,
12 nemmeno le tenebre per te sono tenebre
e la notte è luminosa come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
13 Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
14 Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia.
23 Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri;
24 vedi se percorro una via di dolore
e guidami per una via di eternità.