Domenica 24 Febbraio

VII Domenica del Tempo Ordinario

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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6, 27-38)

 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

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Dopo aver proclamato Beati coloro che, a causa sua, sono affamati e piangenti, persino perseguitati, e aver dato per certo il Regno come eredità, dopo aver minacciato i ricchi autosufficienti e soddisfatti perché usano male la propria ricchezza, Gesù dice ora, con chiarezza, ai discepoli, cosa in concreto è richiesto: amore radicale che ignora la vendetta, sempre e nei confronti di tutti.

Questo amore, da Lui voluto, è il criterio per dichiarare quale è il modo di vivere giusto e quello sbagliato qui sulla terra, in base al quale sarà giudicato nell’aldilà.

Le azioni richieste sono: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi oltraggiano” (Lc 6,27-28).

Si tratta di rispondere al male col bene; non respingere e abbattere il male con la violenza, ma vincerlo creativamente mediante il bene.

La richiesta di offrirsi spontaneamente a un secondo schiaffo e di non rifiutare la tunica a chi ci strappa il mantello, fa parte dei paradossi a cui ricorre Gesù per scuotere e per sottolineare con rigore quanto sia seria ed impegnativa la disponibilità a sopportare le ingiustizie.

Chi ci dà la forza per giungere a tanto? Come è possibile uno stile di vita così disarmante?

La risposta sta nella forte speranza in Dio che fa giustizia e nell’amore creativo che elimina il male alla radice e spezza la catena delle ingiustizie subite e restituite.

Tale amore colpisce il male nel suo centro e lo annienta.

Questa dinamica dell’amore trova la sua piena definizione nella regola aurea da  Gesù radicalmente  ripensata: e come volete che gli uomini facciano a voi, fate altrettanto a loro” (Lc 6,31). L’amore che ciascuno di noi ha di sé diventa il criterio di misura per l’amore dei propri simili.

E’ in forza di questa visione rivoluzionaria dell’amore  che le azioni buone, fatte in risposta ad altre azioni buone, non sono nulla di speciale e non possono aspettarsi una ricompensa da Dio. Qui è decisamente sollecitata la gratuità del dono, senza se e senza ma.

Punto di riferimento di questo stile di vita è il comportamento di Dio.

Per essere e sentirci  figli dell’Altissimo, nel nostro agire quotidiano, la mente e il cuore devono coltivare l’idea grandiosa dell’imitazione di Dio. L’evangelista Luca ci aiuta a comprendere questo grande e difficile impegno coinvolgendoci nell’ampiezza della misericordia di Dio che, accolta, va donata mediante il perdonare e il donare.

La ricompensa da parte di Dio sarà sovrabbondante.

L’appello all’amore che segna e definisce il discorso della pianura, non riguarda solo i vicini di casa, non si limita ai nostri, né alla buona azione quotidiana, in fondo anche i peccatori fanno lo stesso.

La spirale della violenza può essere spezzata soltanto da una forza superiore che rinunci in ogni relazione della vita alla vendetta, alle guerre infinite, alla restituzione di ogni colpo subito.  L’amore gratuito, fatto di dono e di perdono, non si può circoscrivere nel privato, ha dimensioni sociali ed è la misura con cui comprendere la storia.

Sarà il cammino della nostra perfezione. Legge che allarga il cuore, verità dell’uomo e verità di Dio.

 PREGHIERA

 O Signore,

insegnaci a comprendere

che il modello su cui impostare

la nostra vita sei Tu.

Per questo, ti chiediamo, sul tuo esempio,

di saper compiere opere di misericordia

e di carità gratuitamente,

senza pretendere nulla in cambio.

È nella perfetta carità verso il prossimo

che possiamo raggiungere la vocazione

ad essere tuoi figli.

Per questo, ti preghiamo di non farci dimenticare

che dobbiamo amare senza sperare nulla  in cambio.

Il tuo amore per noi è stato al di fuori di ogni limite e misura.

Aiutaci a saperti imitare per amare gli altri.