IV DOMENICA di AVVENTO
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Dal Vangelo secondo Luca ( Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
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MESSAGGIO
DELL’ARCIVESCOVO
PER IL SANTO NATALE 2017
Amati figli,
Il tema di quest’anno pastorale pone al centro della nostra riflessione l’educazione come esigenza che raccorda famiglia, giovani e Chiesa.
In questo tempo di Natale concentriamoci allora sull’esempio educativo offerto dalla S. Famiglia di Nazareth.
Nel Vangelo secondo Luca leggiamo il rapporto che lega ai suoi genitori Gesù, che «venne a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (Lc 1, 51-52).
Nessun membro della S. Famiglia ha improvvisato il suo ruolo; Maria e Giuseppe hanno accolto con timore il dono del Verbo incarnato, lo hanno custodito con riserbo e lo hanno educato, gradualmente consapevoli della missione che lo attendeva.
Ugualmente Gesù è stato rispettoso nei confronti dei genitori, ha appreso un mestiere da Giuseppe, ha obbedito a Maria, ha memorizzato i precetti della Legge e ha accettato di vivere nella povertà, mettendo sempre come priorità la volontà del Padre (cf. Lc 1, 49).
L’affermazione di Gesù: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8, 21) può aver ferito il cuore di Maria, ma al contempo le avrà dato soddisfazione, perché sancisce la libertà interiore di Gesù e il successo dell’educazione impartita dai suoi genitori: le relazioni familiari sono il trampolino di lancio per ogni altro sano legame, sia con gli uomini che con Dio.
Oggi regna la mentalità del consumismo, contrassegnata dall’avere subito, senza saper attendere e faticare; è più semplice sostituire che riparare un oggetto e queste modalità si stanno insinuando anche nei rapporti umani e familiari.
Come Maria, educhiamoci al silenzio e al saper attendere; non affrettiamoci a chiudere una relazione, ma apriamoci alle esigenze dell’altro, anche nei legami più stretti, come quelli verso i parrocchiani, il coniuge o i figli, verso i quali nutriamo sempre grandi attese, ma ai quali va innanzitutto data la facoltà di saper scegliere con libertà di coscienza.
Il vero amore non rende schiavi, ma permette che ognuno realizzi la sua strada, secondo la volontà di Dio.
Per dare qualità alle relazioni umane, è necessario per il cristiano imitare Maria e meditare sugli eventi che accadono e sui pensieri che affollano la mente, affinché il cuore non sia appesantito o diviso tra le preoccupazioni, ma venga corroborato, per poter scegliere con libertà il meglio, dando ascolto a tutto ciò che dimora nell’animo, senza trascurare nessun aspetto della propria persona, ma dando armonia a tutto l’essere.
Gesù ha detto: «Ogni albero si riconosce dal suo frutto» (Lc 6, 44).
Auguro a tutti voi, impegnati in famiglia, in parrocchia, nel lavoro e a voi tutti uomini di fede, di godere che un vostro figlio o un giovane a voi affidato possano incarnare – ognuno con i tempi che solo Dio conosce – l’amore per il Signore e per la comunità umana, anche grazie agli insegnamenti, alla testimonianza e alla
preghiera silenziosa e sofferta, che avrete presentato al Padre. Santo Natale e felice Anno Nuovo l’Arcivescovo
“Buon Natale!
Oggi la Chiesa rivive lo stupore
della Vergine Maria,
di san Giuseppe e dei pastori di Betlemme
contemplando il Bambino che è nato
e che giace in una mangiatoia: Gesù, il Salvatore”
PAPA FRANCESCO
PREGHIERA
Signore,
donaci di vivere il tuo Natale in un mondo nuovo,
come evento che ci tocca, ci penetra, ci cambia.
Fa’ che contempliamo una scintilla della tua vita eterna.
Donaci la grazia di leggere la nostra esistenza
e la storia del mondo con gli occhi della fede
per scoprire le meraviglie del tuo amore.
Aiutaci a credere che la tua pace può sconfiggere
il male del mondo.
Fa’ che ciascuno di noi viva la propria
responsabilità nella luce di questo Giorno Santo,
per edificare la civiltà della pace e dell’amore.