I Domenica di Avvento

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Dal vangelo secondo Luca ( Lc 21,25-36 )
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
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L’inizio nella fine; il nuovo anno liturgico e la fine del tempo. Di mezzo il creato e il suo uso, l’uomo e la sua vita. Il progetto delle origini legato sempre alla salvezza piena e definitiva. Il divenire della storia e l’avvenire degli eventi, in un intreccio che nasconde e manifesta il bene e il male, il possesso e il desiderio, fino alla visione del Figlio dell’uomo che viene “su una nube con grande potenza e gloria” (Lc 21,27).
E’ la prima domenica d’Avvento, illuminata e accompagnata dal Vangelo di Luca.
Il Vangelo ci prende per mano, ci porta fuori dalla porta di casa, a guardare in alto, a percepire il cosmo pulsare attorno a noi, a sentirci parte di una immensa vita.
Che patisce, che soffre, che si contorce come una partoriente (Is 13,8), ma per produrre vita.
C’è una crisi della Chiesa, diminuiscono le vocazioni, cresce l’indifferenza religiosa, l’istituzione ecclesiastica perde fiducia.
Ma la fede ci permette di intravedere che la fine di un certo tipo di Chiesa può portare a un nuovo modo di vivere la fede, più essenziale, libero e convinto, pieno di cuore e di verità.
È il nostro atto di fede: il regno di Dio viene, ed è più vicino oggi di ieri.
Anche la crisi economica e finanziaria ci sta dicendo che dobbiamo cambiare strada e favorire un altro modello di economia, fondato su rispetto della natura, sobrietà e solidarietà.
Il Vangelo d’Avvento ci aiuta a non smarrire il cuore, a non appesantirlo di paure e delusioni: «state attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano».
E chi sta venendo: allora vedranno il Figlio dell’uomo venire con grande potenza e gloria.
Questo mondo contiene Lui! Che Viene, che è qui, che è più grande di noi; c’è un Liberatore, esperto di nascite, in cammino su tutte le strade. Alzatevi, guardate in alto e lontano, perché la vostra liberazione è vicina.
Uomini e donne in piedi, a testa alta, occhi alti e liberi: così vede i discepoli il Vangelo. Gente dalla vita verticale. Il Vangelo ci insegna a leggere il presente e la storia come grembo di futuro, a non fermarci all’oggi, ma a guardare avanti: questo mondo porta un altro mondo nel grembo.
Un mondo più buono e più giusto, dove Dio viene, vicino come il respiro, vicino come il cuore, vicino come la vita.
Di fronte ai nostri ritardi, al nostro appesantimento, Dio non ha mollato, non ha deviato, ma “si carica della distanza, s’incarica di tutti i passi per ricucire i lembi della lontananza”.
Si avvicina tanto da parlarci al cuore. Vale la pena attendere; l’attesa sa di nascita, d’incontro, di abbraccio, di amore. “Vivere attenti al cuore, prima di tutto, perché è la casa della vita, è la porta di Dio”.
Se l’Eterno è già nel tempo, vuol dire che Dio viene nel Figlio dell’uomo; viene nei piccoli gesti dei cuori puri, nella luce intima che indica la via, in una delicatezza inattesa, viene attraverso le persone che amiamo, viene in quelle che abbiamo accanto.
PREGHIERA
Signore Gesù, il nuovo può far paura
a chi è tremendamente affezionato al vecchio,
ma noi, Gesù, non possiamo provare
l’angoscia e l’ansia che afferrano molti
perché Tu hai acceso in noi la speranza di una terra nuova.
Ti preghiamo, Gesù, non permettere che ci lasciamo
distrarre da ciò che non conta, incantare da
lusinghe ingannevoli, attrarre da preoccupazioni
che ci distolgono dall’essenziale.
Liberaci da tutto ciò che rende affannosa
la nostra vita, sgombra le nostre menti e i nostri cuori
da ogni prigionia, dagli idoli di questo tempo.
Donaci di continuare a vegliare nell’attesa gioiosa del tuo giorno.