XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
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Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
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Carissimi,
mi servo del foglio di collegamento per condividere con tutti quanto concerne la vita della nostra Comunità; lo spazio degli avvisi nelle messe domenicali non mi consente di dilungarmi nel presentarvi quanto, guidati dallo Spirito, stiamo vivendo.
Innanzitutto rendiamo grazie a Dio per la partecipata e bella celebrazione dello scorso 04 ottobre. Abbiamo inaugurato il nuovo anno pastorale guardando al poverello d’Assisi con l’auspicio di essere strumenti di pace, di perseverare nella preghiera fino a diventare preghiera [Egli non era un uomo che pregava, ma un uomo diventato preghiera.” (2Cel 95)] e di sposare anche noi Madonna povertà con l’augurio che le nostre vite possano sempre più fiorire.
Alla celebrazione del 04 ottobre è seguita l’adorazione che ci vedrà impegnati ogni primo giovedì del mese. Mi ha fatto molto piacere verificare la risposta di quasi tutti gli operatori pastorali. Metterci insieme ai piedi di Gesù per gustare la sua dolce presenza e ascoltare la sua suadente Parola è il fondamento del nostro stare insieme e la garanzia del ben operare.
L’adorazione che viviamo il giovedì ha uno schema di preghiera molto semplice: tutto è incentrato sulla ripetizione, nel canto, di alcune parole affinché, come la pioggia, possano sempre più andare in profondità e fecondare la nostra vita interiore facendo verdeggiare la nostra intimità con Gesù.
Lo scorso 08 ottobre, presso il nostro cineteatro, abbiamo ospitato il meeting di formazione per educatori e presbiteri dal tema: OK Boomer!? Adolescenti e chiesa: oltre i luoghi comuni.
Don Giorgio è stato il regista di questa riuscitissima iniziativa diocesana e a lui il nostro plauso per le energie profuse nel servizio alla nostra Arcidiocesi.
Nella scorsa settimana è iniziata la catechesi dei percorsi di iniziazione cristiana e stiamo per avviare il percorso catechetico per i ministranti (si accettano candidature).
Domenica scorsa la celebrazione eucaristica è stata partecipatissima e questo riempie il nostro cuore di gioia e speranza. Sappiamo bene che una rondine non fa primavera, ma sappiamo anche che chi ben inizia è a metà dell’opera, soprattutto perché Colui che opera è lo Spirito Santo.
Ai genitori dei ragazzi di primo superiore abbiamo comunicato che il nostro vescovo Domenico, nella giornata di domenica 11 dicembre alle ore 18.00, verrà a conferire loro il sacramento della Confermazione.
Nell’incontro con i volontari degli ammalati è emerso il desiderio di chiedere alla Comunità una duplice disponibilità. La prima è sapere se ci sono persone sole e inferme che desiderano ricevere abitualmente una visita di alcuni volontari per pregare insieme e avere un po’ di consolazione. La seconda disponibilità richiesta è quella di nuovi volontari, che mettano a disposizione un po’ del loro tempo per poter fare questo genere di visite.
Sono certo che sarete generosi nell’offrire la vostra disponibilità di tempo e sono grato al gruppo dei volontari degli ammalati che, nonostante l’avanzare dell’età e degli acciacchi, non perdono l’entusiasmo nel perseverare in questo nascosto e prezioso servizio.
Giovedì scorso il centro d’ascolto parrocchiale ha iniziato l’ascolto capillare dei poveri della nostra comunità parrocchiale e nel contempo abbiamo ripreso il servizio della distribuzione viveri e indumenti. Se qualcuno ha indumenti in ottimo stato (relativi alle stagioni che stiamo per vivere) li può portare il lunedì mattina (ore 10.00 – 11.00) presso la stanza indumenti collocata all’interno del complesso parrocchiale, alla quale si accede dalla porta per i locali della catechesi.
Come sapete, tra le tante ricchezze che la nostra parrocchia ha, vi è una piccola biblioteca che stiamo mettendo in conto di iniziare a riordinare e catalogare, affinché questi testi non siano ricettacolo di polvere ma possano essere fruiti da tutti.
In questa domenica gli Scout, al Margiotta presso la cooperativa Eridano, vivranno i passaggi, importante tappa del loro percorso formativo.
Il nostro caro don Giorgio da lunedì prossimo intraprenderà il suo servizio di docente presso la Facoltà teologica pugliese; questo servizio lo vedrà impegnato nei primi tre giorni della settimana. Gli auguriamo di essere per i suoi alunni padre e maestro sotto la guida dello Spirito Santo.
Per concludere, nel corso di questo anno pastorale sia io che don Giorgio compiremo quarant’anni (rispettivamente il 26 ottobre e il 16 giugno). Come sapete questa è una tappa molto significativa nel percorso esistenziale: intorno a questa fase della vita si compie l’esodo pasquale dall’illusione giovanile al sano realismo dell’età adulta. È il tempo della conferma delle scelte di vita fatte o di revisione di quest’ultime. Pare, ma non ne sono certo, che santa Teresa di Gesù affermasse che a quarant’anni si inizia a vivere. Forse perché lei intorno a questa età si convertì e rifondò il Carmelo.
Pertanto vi invito il 26 ottobre prossimo a unirvi a me nella celebrazione eucaristica delle 18.30 nel ringraziamento al Signore per i miei quarant’anni. Dopo la messa, nel cortile consumeremo poi qualche dolcetto. Intanto fissiamo sull’agenda il medesimo impegno per il 16 giugno 2023 quando, a Dio piacendo, ci uniremo al ringraziamento di don Giorgio per i suoi quarant’anni.
Grato al Signore per il tempo di grazia che stiamo condividendo vi saluto cordialmente,
vostro nel Signore don Claudio.
Riflessione sul vangelo della XXIX Domenica del Tempo Ordinario a cura di Padre Ermes Ronchi
Disse una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai. Molte volte ci siamo stancati! Le preghiere si alzavano in volo dal cuore, come colombe dall’arca del diluvio, e nessuna tornava indietro a portare una risposta. E mi sono chiesto molte volte: ma Dio esaudisce le nostre preghiere, si o no?
Bonhoeffer risponde: «Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste, bensì le sue promesse». Pregate sempre… Pregare non equivale a dire preghiere. Mi sono sempre sentito inadeguato di fronte alle preghiere prolungate. E anche un pochino colpevole. Per la stanchezza e le distrazioni che aumentano in proporzione alla durata. Finché ho letto, nei Padri del deserto, che Evagrio il Pontico diceva: «Non compiacerti nel numero dei salmi che hai recitato: esso getta un velo sul tuo cuore. Vale di più una sola parola nell’intimità, che mille stando lontano».
Perché pregare è come voler bene. C’è sempre tempo per voler bene; se ami qualcuno, lo ami sempre, qualsiasi cosa tu stia facendo. «Il desiderio prega sempre, anche se la lingua tace. Se tu desideri sempre, tu preghi sempre» (S. Agostino). Quando uno ha Dio dentro, non occorre che stia sempre a pensarci. La donna incinta, anche se il pensiero non va in continuazione al bimbo che vive in lei, lo ama sempre, e diventa sempre più madre, ad ogni battito del cuore. Davanti a Dio non conta la quantità, ma la verità: mille anni sono come un giorno, gli spiccioli della vedova più delle offerte dei ricchi. Perché dentro c’è tutto il suo dolore, e la sua speranza.
Gesù ha una predilezione particolare per le donne sole: rappresentano la categoria biblica dei senza difesa, vedove orfani forestieri, i difesi da Dio. E oggi ci porta a scuola di preghiera da una vedova, una bella figura di donna, fragile e indomita, che ha subìto ingiustizia ma non cede al sopruso. E traduce bene la parola di Gesù: senza stancarsi mai. Verbo di lotta, di guerra: senza arrendersi. Certo che ci si stanca, che pregare stanca, che Dio stanca: il suo silenzio stanca. Ma tu non cedere, non lasciarti cadere le braccia. Nonostante il ritardo: il nostro compito non è interrogarci sul ritardo del sole, ma forzare l’aurora, come lei, la piccola vedova.
Una donna che non tace ci rivela che la preghiera è un “no” gridato al “così vanno le cose”, è come il primo vagito di una storia nuova che nasce.
Perché pregare? È come chiedere: perché respirare? Per vivere! «Io prego perché vivo e vivo perché prego» (R. Guardini). Pregare è aprire un canale in cui scorre l’ossigeno dell’infinito, riattaccare continuamente la terra al cielo, la bocca alla fontana. Come, per due che si amano, il loro bacio.