Santissima Trinità
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Clicca sul player sottostante per ascoltare il Vangelo di Domenica 12 Giugno Solennità della Santissima Trinità.
Riflessione a cura di Padre Ermes Ronchi.
Trinità: un solo Dio in tre persone. Dogma che non capiamo, eppure liberante perché mi assicura che Dio non è in se stesso solitudine, che l’oceano della sua essenza vibra di un infinito movimento d’amore. C’è in Dio reciprocità, scambio, superamento di sé, incontro, abbraccio.
L’essenza di Dio è comunione.
Il dogma della Trinità non è una teoria dove si cerca di far coincidere il Tre e l’Uno, ma è sorgente di sapienza del vivere. E se Dio si realizza solo nella comunione, così sarà anche per l’uomo. Aveva detto in principio: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza». Non solo a immagine di Dio: molto di più! L’uomo è fatto a somiglianza della Trinità. Ad immagine e somiglianza della comunione, di un legame d’amore, mistero di singolare e plurale. In principio a tutto, per Dio e per noi, c’è la relazione. In principio a tutto qualcosa che ci lega a qualcuno, a molti. Così è per tutte le cose, tutto è in comunione. Perfino i nomi che Gesù sceglie per raccontare il volto di Dio sono nomi che contengono legami: Padre e Figlio sono nomi che abbracciano e stringono legami. Allora capiamo perché la solitudine ci pesa tanto e ci fa paura: perché è contro la nostra natura. Allora capiamo perché quando siamo con chi ci vuole bene, quando sappiamo accogliere e siamo accolti, stiamo così bene: perché realizziamo la nostra vocazione di comunione.
“Ho ancora molte cose da dirvi, ma ora non potete portarne il peso”.
Gesù se ne va senza aver detto tutto. Invece di concludere dicendo: questo è tutto, non c’è altro, Gesù apre strade, ci lancia in un sistema aperto, promette una guida per un lungo cammino. Lo Spirito vi guiderà alla verità tutta intera. Lo Spirito genera Vangelo in noi, e sogni di futuro. Allora spirituale e reale coincidono, la verità e la vita coincidono. Questa è la bellezza della fede. Credere è acquisire bellezza del vivere. La festa della Trinità è specchio del senso ultimo dell’universo.
Davanti alla Trinità ci sentiamo piccoli ma abbracciati, come bambini: abbracciati dentro un vento in cui naviga l’intero creato e che ha nome comunione.
Dì loro ciò che il vento dice alle rocce, ciò che il mare dice alle montagne.
Dì loro che una bontà immensa penetra l’universo, dì loro che Dio non è quello che credono, che è un vino di festa, un banchetto di condivisione in cui ciascuno dà e riceve.
Dì loro che Dio è Colui che suona il flauto nella luce piena del giorno, si avvicina e scompare chiamandoci alle sorgenti.
Dì loro l’innocenza del suo volto, i suoi lineamenti, il suo sorriso.
Dì loro che Egli è il tuo spazio e la tua notte, la tua ferita e la tua gioia.
PREGHIERA
Padre di ogni bontà, noi ti benediciamo;
nella tua misericordia hai creato ogni cosa,
ci hai chiamato alla vita,
e hai fatto di noi il popolo della tua alleanza.
Cristo Signore, unigenito Figlio di Dio, noi ti lodiamo;
nella tua tenerezza ti sei fatto fratello e amico
di ogni uomo; lo hai redento col tuo sangue
e risorgendo gli hai donato la speranza dell’eternità.
Spirito Santo, fuoco di carità, a Te il nostro canto di grazie;
ci sussurri che nessuno potrà separarci
da questo amore più grande del nostro cuore.