IV DOMENICA DI AVVENTO
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Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,18-24)
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
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SANTO NATALE 2019
La Chiesa, nuova Betlemme
Messaggio dell’Arcivescovo
Amati figli,
L’itinerario pastorale diocesano è centrato sul tema della Chiesa che genera nuovi figli alla vita di fede e quest’anno, in occasione del Santo Natale, vorrei invitare i fedeli a riflettere su due versetti del Vangelo secondo Luca: «Una donna dalla folla alzò la voce e disse [a Gesù]: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma Egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11, 27-28).
A volte, quando si incontra un bambino dopo un po’ di tempo, si suole dire: «Sei tutto tua madre!» o tuo padre, riscontrando le somiglianze fisiche o caratteriali oppure si fanno i complimenti ai genitori per i successi dei figli.
Certamente grande era la gioia della madre di Gesù, che viene esaltata per i prodigi compiuti dal Figlio, ma il Natale ci insegna qualcosa di molto più profondo e importante: Dio assume la natura umana non solo per alcuni, ma per gli uomini di tutte le epoche e di tutti i luoghi.
Maria a sua volta è colei che dà alla luce nella carne il Figlio di Dio, ma non lo trattiene per sé. Anche guardando al presepe, una tradizione che dovremmo tener viva nelle nostre case, notiamo che attorno alla mangiatoia non si trovano solo Maria e Giuseppe, ma tanti altri che gioiscono per la venuta del Redentore, come i pastori e i Magi venuti da terre lontane per adorare Gesù.
Come è avvenuto per Maria, così si dovrebbe sentir dire ogni cristiano: «Vedendo te, vedo il volto di Gesù».
Purtroppo oggi la mentalità comune tende a dissociare Cristo dalla Chiesa. Questo accade perché spesso si è tiepidi davanti alle esigenti richieste del Vangelo, ma occorre riprendere forza e coscienza che la Chiesa è la madre che genera alla vita nuova in Cristo.
Chi afferma «Cristo sì, la Chiesa no» porta spesso dentro di sé delusioni dovute a esperienze negative con gli uomini di chiesa ed è quindi importante per ogni credente tornare all’essenziale, trasmettere la gioia di appartenere a Cristo e di essere generati in Lui con la sua Parola e i Sacramenti.
Solo nell’esperienza della comunità si trova il nutrimento indispensabile per vivere in Dio.
Il Natale diventa così un tempo di festa legato non solo a un giorno solenne dell’anno liturgico. Esso rivive nella vita di fede di ogni uomo che sceglie Cristo come Maestro e si impegna a conoscerlo sempre di più.
A noi il compito di lasciarci conquistare da Lui e di renderlo visibile a chi ancora non lo ha incontrato.
Auguri di un santo Natale e di un sereno anno nuovo a tutti
+ Domenico Caliandro
Arcivescovo di Brindisi-Ostuni
PREGHIERA
Signore,
donaci di vivere il tuo Natale in un mondo nuovo,
come evento che ci tocca, ci penetra, ci cambia.
Fa’ che contempliamo una scintilla della
tua vita eterna.
Donaci la grazia di leggere la nostra esistenza
e la storia del mondo con gli occhi della fede
per scoprire le meraviglie del tuo amore.
Aiutaci a credere che la tua pace può sconfiggere
il male del mondo.
Fa’ che ciascuno di noi viva la propria
responsabilità nella luce di questo Giorno Santo,
per edificare la civiltà della pace e dell’amore.