SOLENNITA’ DI MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
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TE DEUM: un po’ di storia…
ll Te Deum (estesamente Te Deum laudamus, “Dio ti lodiamo”) è un inno cristiano di ringraziamento che viene tradizionalmente cantato la sera del 31 dicembre, per ringraziare dell’anno appena trascorso durante i primi vespri della solennità di Maria Ss. Madre di Dio oppure in altre particolari occasioni solenni come, nella Cappella Sistina, ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave oppure a conclusione di un Concilio.
Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio,
nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.
TE DEUM: un po’ di storia…
CHI L’HA SCRITTO?
Sono diversi gli autori che si contendono la paternità del testo. Tradizionalmente veniva attribuito a san Cipriano di Cartagine, oggi gli specialisti attribuiscono la redazione finale a Niceta, vescovo di Remesiana (Dacia inferiore) alla fine del IV secolo.
CHI L’HA MUSICATO?
Il Te Deum è stato musicato da diversi autori: Giovanni Pierluigi da Palestrina, de Victoria, Händel, Mendelssohn, Mozart, Haydn e Verdi.
QUAL È IL CONTENUTO?
L’inno si può dividere in tre parti:
-La prima è una lode trinitaria indirizzata al Padre. Letterariamente è molto simile ad un’anafora eucaristica, contenendo il triplice Sanctus.
-La seconda parte è una lode a Cristo Redentore.
-L’ultima è un seguito di suppliche e di versetti tratti dal libro dei salmi.
Riflessione sulla parola a cura di padre Ermes Ronchi ( Tratto dal sito www.lachiesa.it))
Benedetti da chi ha volto e cuore luminosi
Otto giorni dopo Natale, il Vangelo ci riporta alla grotta di Betlemme, all’unica visita riferita da Luca, quella dei pastori odorosi di latte e di lana, sempre dietro ai loro agnelli, mai in sinagoga, che arrivano di notte guidati da una nuvola di canto. E Maria, vittima di stupore, tutto custodiva nel cuore! Scavava spazio in sé per quel bambino, figlio dell’impossibile e del suo grembo; e meditava, cercava il senso di parole ed eventi, di un Dio che sa di stelle e di latte, di infinito e di casa. Non si vive solo di emozioni e di stupori, e lei ha tempo e cuore per pensare in grande, maestra di vita che ha cura dei suoi sogni.
All’inizio dell’anno nuovo, quando il tempo viene come messaggero di Dio, la prima parola della Bibbia è un augurio, bello come pochi: il Signore disse: Voi benedirete i vostri fratelli (Nm 6,22) Voi benedirete… è un ordine, è per tutti. In principio, per prima cosa anche tu benedirai, che lo meritino o no, buoni e meno buoni, prima di ogni altra cosa, come primo atteggiamento tu benedirai i tuoi fratelli. Dio stesso insegna le parole: Ti benedica il Signore, scenda su di te come energia di vita e di nascite. E ti custodisca, sia con te in ogni passo che farai, in ogni strada che prenderai, sia sole e scudo. Faccia risplendere per te il suo volto. Dio ha un volto di luce, perché ha un cuore di luce.
La benedizione di Dio per l’anno che viene non è né salute, né ricchezza, né fortuna, né lunga vita ma, molto semplicemente, la luce. Luce interiore per vedere in profondità, luce ai tuoi passi per intuire la strada, luce per gustare bellezza e incontri, per non avere paura. Vera benedizione di Dio, attorno a me, sono persone dal volto e dal cuore luminosi, che emanano bontà, generosità, bellezza, pace. Il Signore ti faccia grazia: di tutti gli sbagli, di tutti gli abbandoni, di qualche viltà e di molte sciocchezze. Lui non è un dito puntato, ma una mano che rialza. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace.
Rivolgere il volto a qualcuno è come dire: tu mi interessi, mi piaci, ti tengo negli occhi. Cosa ci riserverà l’anno che viene? Io non lo so, ma di una cosa sono certo: il Signore si volterà verso di me, i suoi occhi mi cercheranno. E se io cadrò e mi farò male, Dio si piegherà ancora di più su di me. Lui sarà il mio confine di cielo, curvo su di me come una madre, perché non gli deve sfuggire un solo sospiro, non deve andare perduta una sola lacrima. Qualunque cosa accada, quest’anno Dio sarà chino su di me.
E ti conceda pace: la pace, miracolo fragile, infranto mille volte, in ogni angolo della terra. Ti conceda Dio quel suo sogno, che sembra dissolversi ad ogni alba, ma di cui Lui stesso non ci concederà di stancarci.